La clinica veterinaria sorge sulla traccia di un capannone agricolo preesistente, una scatola da scarpe in c.a. alta 7m, sui volumi esistenti si interviene tramite Piano di Recupero.

Il contesto rurale di campagna pianeggiante coltivata, suggerisce non di riprodurre le forme dell’architettura tradizionale, ma a sposarne i criteri di razionale sostenibilità e di semplicità costruttiva.
Un solo piano fuori terra senza interrato, l’articolazione della pianta organizza le funzioni disponendo in sequenza i locali per l’accoglienza e l’ufficio, filtra con gli ambulatori l’accesso al locale centrale di trattamento dei pazienti e di distribuzione: da qui si accede alle altre funzioni: sale operatorie, laboratorio analisi, magazzino e degenza.
La geometria dell’edificio preesistente è mantenuta nella manica lunga che viene dotata di una finestratura a nastro al filo del tetto; il corpo più basso si orienta schiettamente al mezzogiorno. Su questo prospetto si trovano le grandi vetrate utili al guadagno solare passivo.
La muratura portante si dispone su una serie di linee parallele: muri di massa orientati Nord-Sud che sostengono la copertura in legno lamellare.
L’edificio è coibentato in modo ordinario, ma la semplicità costruttiva e il controllo dei ponti termici, insieme all’ottimo comportamento solare, realizzano un ottimo comfort e un buon contenimento dei consumi invernali: la necessità della climatizzazione estiva si riduce al solo locale chirurgia.